14 ottobre 2009

Omofobia e art.3 della Costituzione

Gli strani casi della vita! L’art.3 della Costituzione viene richiamato dalla Consulta per il Lodo Alfano, laddove si voleva che le più alte cariche dello Stato potessero essere immuni dai procedimenti giudiziari di disciplina penale fino all’esaurimento del mandato politico-istituzionale ricevuto. E l’art 3 viene richiamato per impedire che una legge conceda privilegi a favore di categorie di persone con diversi orientamenti sessuali.
L’articolo della Costituzione riappare alla ribalta della cronaca, questa volta in Parlamento, perché tutti siano “eguali dinanzi alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali“.
Dice proprio così l’art.3: “senza distinzioni di sesso”!
Ma se il richiamo della Consulta nel primo si è riferito ad un a legge “Il Lodo Alfano” che riprendeva una parte delle motivazioni con cui l’Assemblea Costituente aveva varato anche l’art.68 relativo all’Immunità Parlamentare, come scudo al “fumus persecutionis” che l’autonomia e l’autogoverno della magistratura potevano e possono far temere con il loro sconfinamento sul terreno della politica, il richiamo in Parlamento all’art. 3, per respingere il tentativo di rendere più uguali degli altri gli omosessuali, è senza dubbio più appropriato.
Non può costituire aggravante un delitto contro la persona solo se motivato da discriminazioni sessuali piuttosto che di religione, o di diverso orientamento politico, ad esempio, ovvero verso fasce di popolazione come i minori ed i disabili. Tra le motivazioni dei reati contro l’individuo c’è persino quello dei futili motivi o le motivazioni più perverse e nascoste. Tra le aggravanti comuni sono comprese quasi tutti le motivazioni non colpose. Non ci sarebbe alcuna ragione per una legge specifica di aggravio dei delitti non colposi contro la persona incentrata sull’omofobia. Ha ragione la ministra Carfagna quando sostiene di volersi far garante per una legge che comprenda “aggravanti per tutti i fattori discriminanti previsti dal Trattato di Lisbona, compresi quelli dell'età, della disabilità, dell'omosessualità e della transessualità».
Non può, inoltre, essere considerato reato un sentimento di avversione naturale all’omosessualità, nello stesso modo in cui lo stesso sentimento di avversione possa esistere per gli omosessuali verso l’eterosessualità. Non è obbligatorio “esaltare” chi ha orientamenti sessuali diversi da quelli considerati naturali, come se fossero dei privilegiati. Non è neanche normale pretendere che gli omosessuali e tutte le categorie di diversità sessuale siano particolarmente cautelati come una categoria protetta. Sarebbe assurdo! Non è una categoria tra gli individui che andrebbe protetta, ma la legalità. E’ sbagliato infine pensare che ci sia un giudizio etico che motivi un senso di avversione, come se fosse un pregiudizio che parte da motivazioni religiose, come se fosse una forma di fondamentalismo etico che teme il diverso e la sua negativa influenza morale nella società.
Non è obbligatorio avere sentimenti di condivisione, come non può rappresentare reato il mostrare fastidio per la presenza di omosessuali, purché la propria difficoltà sia manifestata con civiltà e senza alcuna forma di violenza. Non può altrettanto essere reato biasimare le scene di cattivo gusto e mostrare fastidio per gli approcci provocanti di personaggi variopinti e mascherati come a carnevale. Non si vorrebbe che per la libertà degli uni si debba forzare la libertà degli altri.
Non può infine costituire motivo di aggravio al reato la responsabilità nell’offesa rivolta verso gli autori di una pratica sessuale, ovvero l’offensivo giudizio generico verso una condizione sessuale, rispetto, ad esempio, all’offensivo giudizio politico verso chi esprime un’idea o verso chi compie scelte di governo del Paese, legittimato a farlo dal voto popolare.
Vito Schepisi

11 commenti:

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Caro Vito.

Sul mio blog http://italiaemondo.blogspot.com ho fatto un nuovo post.
Dico che è un bene che la legge Concia non sia passata.
Infatti, se fosse passata si sarebbe creata una disparità di condizione.
Per esempio, io vengo aggredito ed il mio aggressore si becca un anno di reclusione.
Allo stesso modo viene aggredito un omosesessuale e l'aggressore prende due anni di reclusione anziché uno.
Non è diseguaglianza?
Altro che diritti ed uguaglianza.
Cordiali saluti.

dario ha detto...

Fucilone,
premetto che non ho approfondito la questione quindi non posso esprmimermi nel merito più di tanto.
Cmq non ha senso dire che un'aggravante crea disuguaglianze altrimenti essere dovrebbero scomparire dal nostro codice. Insomma, si può picchiare una persona per tanti motivi, ma picchiarla perchè è ebrea, omosessuale o negra denota un maggior disvalore sociale e quindi è giusto che l'autore venga punito maggiormente. Può darsi che legge creasse disuguaglianze perchè non menzionava altre categorie "deboli", ma solo per questo!Ma i gay sono oggettivamente una categoria debole che merita maggior protezione. Perchè guardare sempre con sospetto ogni legge che vuol attribuire loro maggiori riconoscimenti?
Ti voglio informare di una cosa:
l'uguaglianza impone di trattare in maniera uguale situazioni uguali e in maniera diversa situazioni...diverse. I gay sono diversi, appartegono a una categoria debole, DIVERSA, e pertanto è giusto trattarli diversamente dagli altri per garantirgli i medesimi diritti degli altri.

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario, ti ripeto l'esempio.
Io vengo picchiato da un balordo, che si becca un anno di reclusione.
Un gay viene picchiato allo stesso modo e l'aggressore ne becca due.
Non è una forma di diseguaglianza?
Per me è una forma di diseguaglianza perché io, che non sono gay, non sarei tutelato dalla legge.
Il decreto Concia è stato giustamente bocciato perché INCOSTITUZIONALE!
Cordiali saluti.

dario ha detto...

fucilone,
ti ripeto che l'eguaglianza IMPONE di trattare in modo DIVERSO situazioni DIVERSE. E' chiaro che i gay sono diversi per antonomasia, nel senso che sono discriminati rispetto a me e te. Perciò è giusto che siano tutelati maggiormanete per far loro raggiungere lo stesso grado di tutela che IN CONCRETO noi due abbiamo. Ecco perchè esistono nel codice le aggravanti e trattamenti diversificati.
Es. violentare un bambino è un aggravante rispetto ad una violenza su una peronsa adulta. Si viola per caso l'art. 3 Cost? Certo che no! I bambini IN CONCRETO hanno bisogno di maggior tutela perchè sono più deboli...proprio come i gay, le donne, i neri, gli ebrei ecc....

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario, quello che dici è sbagliato!
Tu non sei per l'eguaglianza ma per creare un privilegio!
E poi, non puoi paragonare un gay ad un bambino o ad una persona con problemi!
Sei gay sono persone come altre perché concedergli dei privilegi?
Cordiali saluti.

dario ha detto...

i gay sono persone come altre ma siccome vivono una situazione di disparità, la legge deve trattarli in maniera privilegiata per creare, di fatto, l'uguaglianza. Ma guarda che questo non lo dico io, basta dare un'occhiata al codice penale e ti accorgerai che di "privilegi" (per usare le parole tue) ce ne sono a bizzeffe. E ti rispiego perchè (poni attenzione su ciò che sto scrivendo!): il principio di eguagalianza ex art. 3 Cost. impone di trattare in maniera uguale situazioni uguali e in maniera diversa situazioni diverse. Un esempio? Prevedere le quote rosa in politica mira a realizzare l'uguaglianza tra uomini e donne, considerando che, nella vita concreta, uomini e donne sono di un piano differenziato. E' chiaro, però, che in teoria uomini e donne siano uguali, ma il "privilegio" mira a realizzare nella realtà quello che è giusto in teoria. Tutto ciò vale per neri, ebrei, gay ecc...Attenzione, questo non lo dico io ma...i libri di diritto costituzionale. Ciao.
P.S.:la norma proposta poteva essere lesiva dell'art. 3 Cost non perchè privilegiava i gay, ma perchè poteva creare disuguaglianze ripetto agli altri soggetti "deboli" quali gli appartenetni ad etnie diverse dalla nostra. Quindi la norma proposta era incostituzionale per difetto di tutela, non per difetto!!! CIoè l'aggravante prevista per i reati commessi contro i gay avrebbe dovuto essere allargata, ad esermpio, ai reati commessi per razzismo. Chiaro? Ciao.

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario, io e te parliamo due lingue diverse!
Se si facesse come dici tu non si creerebbe l'eguaglianza ma un odio maggiore.
Infatti, i gay verrebbero odiati proprio perché si troverebbero in una situazione di privilegio.
Non volevo arrivare a dire questo ma visto che sei duro di comprendonio mi costringi a farlo!

dario ha detto...

ma possibile che non presi mai attenzione a quello che ti spiegano gli altri? Ti ho già detto che i privilegi servono per ristabilire in concreto un'eguaglianza che altrimenti resterebbe tale solo sulla carta. Ti ho già indicato l'esempio delle quote rosa! Mi spieghi altrimenti perchè le quote rosa non costituiscono un privilegio delle donne rispetto a noi uomini? Non ripetere come un pappagallo sempre le stesse cose: rispondi a quello che concretamente scrivo. E poi ti straripeto che ti sto riportando il pensiero dei massimi costituzionalisti italiani.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario, non c'è nessuna eguaglianza ma solo una "dittatura della minoranza" nel dare dei privilegi.
Cordiali saluti.