25 agosto 2010

Difendiamo la democrazia liberale


C’era una volta in Italia un sistema dei partiti che replicava quotidianamente, dagli anni 60 in poi, la stessa commedia. Una finzione che voleva trasformare ed asservire le idee al proprio bisogno e la logica al mestiere. La democrazia si era ridotta al posizionamento dei partiti ed al gioco delle parti. Alla bisogna si partorivano le espressioni più vaghe per stabilire chi poteva o meno partecipare al gioco. Ed il principio non era mai estensivo, ma solo esclusivo. Arco costituzionale, pregiudiziale antifascista, preambolo democratico, costituivano i contenitori dei luoghi comuni o la sottigliezza lessicale per stabilire che, in base agli accordi stipulati fuori dal Parlamento e nelle sedi più disparate, le formule erano irreversibili, i ruoli stabiliti e le compensazioni prefissate. Si giocava questa partita per spartirsi di tutto, dalla Rai all’assunzione dell’ultimo commesso della Camera dei Deputati. Una sorta di “Conventio ad excludendum” che garantiva ai due maggiori partiti ed ai loro “corollari” la secolarizzazione autoritaria del potere. C’era persino il famoso manuale Cencelli che stabiliva il peso e le pretese delle correnti democristiane, perché anche il dissenso interno era organizzato e parcellizzato. Naturalmente a pagare le spese di questa orgia di demagogia populista è stato il popolo italiano, mentre le nuove generazioni sono state caricate di debiti, di carenze, di abusi e di servizi inefficienti.
Oggi viene Don Sciortino su Famiglia Cristiana ad accusare, di “distruzione di chi dissente”, colui che ha quanto meno il merito di aver smosso le acque melmose della partitocrazia italiana. Il Direttore del giornale cattolico muove le sue critiche partendo da considerazioni che riteniamo completamente sbagliate. Questi osserva, con eccessiva faziosità antiberlusconiana, che in Italia, a differenza degli altri paesi democratici, non vi sarebbero equilibri nell’esercizio del potere. Naturalmente questa carenza sarebbe dovuta alla esclusiva responsabilità di Berlusconi, colpevole d’aver vinto le elezioni. E la responsabilità democratica di chi chiede d’esser messo nelle condizioni di dar esito al suo programma, rispettando il mandato elettorale, sarebbe per Don Sciortino già un arbitrio: il solo chiedere il rispetto del voto sembra che sia un atto arrogante. Berlusconi così non rispetterebbe la Costituzione. Ma se il rispetto della Carta Costitutiva della nostra Repubblica è un dovere di tutti, anche l’opinione che sia obsoleta, inadatta ai tempi, incrostata di retorica populista è pure un diritto legittimo. Anche questa è democrazia! Ma Don Sciortino, forse, lo ignora.
C’è la parte seconda della Costituzione, quella sull’Ordinamento della Repubblica, che può essere più snella e che può equilibrare più efficacemente i poteri. A che servono, ad esempio, due rami gemelli del Parlamento? L’Idea di un Senato trasformato in una Assemblea della autonomie è una opzione percorribile ed anche abbastanza condivisa. Ma dirlo non è mancare di rispetto ai principi democratici della Costituzione. Ciò che importa, più di un feticcio da idolatrare, è il complessivo rispetto democratico delle scelte popolari. Ma per rispettare le scelte degli elettori, devono essere cautelate e focalizzate le prerogative degli ordinamenti della Repubblica.
Dopo oltre 60 anni di esperienza repubblicana ci sarebbero da fare verifiche sulle autonomie ed i loro limiti, sugli ambiti, i controlli e le garanzie. Se ci lamentiamo di un’Italia che non funziona a dovere, ci sarà pure una ragione da individuare nella sua organizzazione. Ma per tornare a Don Sciortino, vorremmo che comprendesse, per essere al comando di un osservatorio che avrebbe il dovere d’essere neutrale, come quello di una rivista che si richiama alla fede cristiana, che, in democrazia, il Capo del Governo è l’espressione della maggioranza del Paese. Se questo principio è inconfutabile, dovrebbe dedurre che dar attuazione, con responsabilità, al programma di governo, per tutta la durata del suo mandato, sia un dovere del Premier verso la Nazione. Il giudizio dell’elettorato si forma, infatti, su queste capacità e sul gradimento o meno della complessiva azione di governo. Non certo sulla simpatia o meno attribuita da Don Sciortino a Berlusconi.
Avviene così in tutte le democrazie liberali: dall’Inghilterra, alla Germania, alla Spagna. Ed avviene anche negli Usa ed in Francia, sebbene vi sia una figura politico-istituzionale, come quella del Presidente, che stabilisce l’indirizzo del Governo. Nei paesi in cui prevale il sistema presidenziale, inoltre, il Capo dello Stato è una figura rilevante e determinante: il suo potere, infatti, è legittimato dall’elezione diretta da parte del popolo. Lo si vorrebbe anche in Italia per evitare che le elezioni siano solo una formalità scritta nella Costituzione e per attribuire finalmente ai cittadini il diritto di scegliere. Ma chiedere questo non è certo bestemmiare, e non sarebbe neanche irrilevante osservare che questa caratteristica ridurrebbe drasticamente il fenomeno della partitocrazia. Potrebbe invece essere un modo per limitare il potere maneggione dei partiti e per sopire la fauna delle tante fameliche “bestie politiche” che li circondano.
I tempi sono cambiati dal 1948, le ideologie forti sono crollate, le comunicazioni e gli interventi richiedono tempi veloci e le trasformazioni sono spesso più rapide del pensiero. Non a caso il Costituente, con l’art. 138, aveva previsto la possibilità delle revisioni della Carta, prevedendone così l’ adeguamento nel tempo. Non esiste democrazia che non preveda verifiche, che non consenta aggiornamenti e che non si attivi per offrire maggiore efficienza. Arroccarsi sull’intangibilità delle norme costituzionali puzza di pretestuosità e certamente è esercizio retorico di pseudo-moralismo. Un po’alla Scalfaro, o alla Don Sciortino, per intenderci!
Vito Schepisi

9 commenti:

dario ha detto...

c'è un errore di fondo nel tuo articolo davvero incredibile.
Una cosa è auspicare la revisione della Carta in base all'art. 138, un'altra è pretendere di comportarsi secondo regole costituzionali desiderate ma inesistenti e quindi violare quelle attuali!
Ma se la Carta prevede che spetta al presidente della repubblica e a lui solo verificare l'esistenza o meno di una nuova maggioranza, che vuole berlusconi da napolitano?
La Cost. dice che la sovranità appartiene al popolo che la esericita nei limiti e nelle forme della Costituzione, quella attuale!!!!!
Ma che cacchio hai scritto???!!!

vito schepisi ha detto...

Come al solito "dolosamente" ti sfugge sempre qualcosa. Le prerogative del Presidente della Repubblica sono quelle di verificare l'esistenza di una nuova maggioranza, numerica e politica, ma anche di farsi interprete della volontà degli elettori. Anche se la Costituzione non lo esclude, ad esempio, non so se sia politicamente e moralmente corretto pensare ad una maggioranza che includa il PD ed escluda il Pdl. A mio avviso rappresenterebbe un "colpo di stato", sebbene la circostanza formalmente non sia esclusa dalla lettura della Carta Costituzionale.
Ma oltre a queste considerazioni squisitamente ... etiche ... a cui un Presidente della Repubblica, davvero super partes, non potrebbe (e non dovrebbe) sottrarsi, c'è un ulteriore elemento che non può essere ignorato. E' lo stesso che l'altro giorno sul Corriere fa dire a Veltroni che sul suo nome 14milioni di italiani (in verità 13.686.673) hanno messo una croce sulla scheda elettorale. Su Berlusconi gli italiani che hanno fatto una croce per indicarlo alla Presidenza del Consiglio sono stati 17.063.874, quasi 3,5 milioni in più. Napolitano dovrebbe fare i conti, pertanto, con un'indicazione di sostanza che è qualcosa di più di una formale interpretazione della Carta.
L'indicazione dell'art.138 sta solo a significare che la Costituzione intesa come un tutt'uno di sacro ed intangibile è solo un'ipocrita interpretazione di una sceneggiata replicata fino alla noia.
Una casta di poteri forti, di pezzi di istituzioni e di parrucche bianche, retaggio di quel consociativismo conservatore e paralizzante che ha consentito il saccheggio del Paese e la sua marginalizzazione a tutto beneficio di ladroni di stato e di poteri economico-finanziari che detengono ancora il 90% della informazione italiana, si mette di traverso ad ogni idea di rinnovamento del Paese. E tu sembri reggergli la coda.

dario ha detto...

Ma sei sicuro che tutti quelli che al sud hanno votato berlusconi (e fini, che qui sono tantissimi!)volevano un governo "governato" dalla lega che gettava nel dimenticatoio della storia la questione meridionale?
Inoltre il parlamento è espressione del popolo e pertanto quel che succede lì dentro spesso rispecchia quel che pensa il paese. Io molti mesi fa ti avevo scritto che forse il governo ssarebbe caduto a causa dell'alleanza scellerata e di ferro berlusconi-bossi che a lungo andare avrebbe innervosito tutti gli eletti al sud del pdl. Come giustificarsi col proprio popolo?
Dunque, la volontà dei cittadini non credo sia proprio quella che dice belrusconi. Ma fortunatamente interpretarla non spetta né a me, né a berlusconi ma a napolitano.
E per cortesia smettila di attaccare sul piano personale, mi sembri berlusconi! Ma che centra quel "dolosamente"? Attacca le mie idee non me stesso! Perché non hai scritto "tu mi odi?", così eri tale e quale al tuo mito. E dai vito, non farti chiamare silvio.....
Saluti

dario ha detto...

ah dimenticavo, a berlusconi resterebbe il 10% dell'informazione? Santo cielo....
Ma poi la tv non è il mezzo di gran lunga più potente? E non mi risulta che sia di berlusconi (nel senso letterale del termine!) al 10%.
Vito, ma che te fai?

vito schepisi ha detto...

Beh!...se non è doloso il modo di interpretare un concetto in modo palesemente distorto! Pur volendo metterci tutto il pregiudizio possibile, non si può intendere il richiamo all'art.138 come se avessi detto che siccome c'è l'art.138 ciascuno, presumendo di rappresentare la maggioranza degli italiani, possa interpretare a suo piacimento la Costituzione. Quando scrivo i miei post cerco di essere molto chiaro perché di "Dario" in giro ce ne sono tanti.
Berlusconi ha vinto le elezioni e le leggi "non scritte" dell'etica democratica vorrebbero che fino a nuove elezioni si debba presumere che la volontà popolare sia in quel senso.
L'evoluzione liberale della democrazia porrebbe al centro dell'attenzione non più i partiti ma gli elettori. Il bipolarismo, su cui prima con un referendum e poi con i sondaggi di gradimento si è concentrata l'attenzione e la volontà del popolo italiano, stanco della partitocrazia, dei ricatti e dei veti incrociati dei piccoli partiti, alla fine fornisce una maggioranza ed una opposizione. Questa è sostanza! L'ho detto nel precedente commento...vorrei veder se il Presidente che esultava per i carri armati sovietici a Budapest nel 1956 dovesse esultare anche per il colpo di Stato in Italia, affidando l'incarico di formare il governo ad un leader non indicato dal popolo!
Un Presidente, e bene fa Napolitano, deve scongiurare le crisi di governo, deve cercare di ammonire i partiti ed i responsabili di esecutivo e di istituzioni ad assumere atteggiamenti più responsabili verso il Paese. Una funzione che Napolitano svolge ottimamente. Meno ottimale, invece, è il suo atteggiamento ammiccante e tutti quelli che possano apparire come avvertimenti a non dare per scontato ciò che, per suo dovere, non potrebbe non fare. In questo modo alimenta una polemica inutile e pone il suo ruolo in una attenzione politica che la Costituzione non gli assegna.
Se ricordi bene ci aveva provato anche con Prodi, ed una maggioranza l'avrebbe trovata con facilità per evitare il ricorso alle urne, ma si fermò rendendosi conto che Prodi insisteva nel dire che non c'era alternativa al suo premierato e che gli elettori sulla scheda avevano votato per la sua bella faccia. Nessuno se l'è sentita. Neanche Marini, poliedrico ex sindacalista rotto a tutte le avventure, se la sentì di andare contro un popolo che già incominciava a far sentire la sua voce.
>>> continua ...

vito schepisi ha detto...

<<<< Mi diverte che tu uomo del sud della terra di Bassolino, de Luca e Jervolino, ed anche di Bocchino, stia a sottolineare un presunto spostamento sull'asse leghista della maggioranza. La verità è un po' diversa, caro Dario. O il sud incomincia a fare i conti con il suo sistema corrotto, spendaccione, abusivo, inefficiente e ...come direbbe Tremonti ... cialtrone, oppure resterà ai margini della crescita del Paese. Il sistema delle responsabilità è incontrovertibile. La Puglia che non è capace di presentare progetti per utilizzare i finanziamenti europei ed i fondi per lo sviluppo, mentre quelli che consuma sono destinati alle notti bianche ed a finanziare pellicole ed artisti di strada, di teatro e di bel mondo ....come se i contadini pugliesi ed i giovani che emigrano alla ricerca di lavoro avessero il tempo per andare a cinema ed a sentire le strombazzate di qualche cantante di piazza o le battute su Berlusconi di qualche comico di periferia. La Puglia degli sprechi, dei consulenti, delle "ambasciate" a Bruxelles e delle pale eoliche che, se soddisfano buona parte dei consumi delle famiglie, hanno costi altissimi a spese della comunità nazionale...e su cui nessun magistrato ha dato uno sguardo su cricche ed appalti. Della sanità parlarne ancora sarebbe solo mettere le dita in una piaga che non si è mai rimarginata. Io parlo della realtà che conosco e che guarda caso viene portata avanti come un modello in Italia. Il modello Vendola. Quanta ipocrisia e quanta incoscienza nel non capire che questo personaggio stia fuggendo dalle sue responsabilità cercando sponde nazionali.
Non ti dico tu mi odi... perché non avrebbe significato. Ma è certo che tu abbia dei pregiudizi, non nei mie confronti, perché ti ripeto che non avrebbe senso, ma verso un'area politica.
Vedi tutto in modo distorto. Quando incomincerai a capire che la politica non è il convento delle carmelitane scalze e che è fatta dagli uomini e quindi ne rispecchia i suoi difetti? Ma alla fine occorre scegliere. Ed io scelgo per chi mi dà garanzie di efficienza, di responsabilità, di sviluppo, di serietà ... mentre respingo le ipocrisie, la demagogie, le ricette buoniste, l'inganno del dare tutto a tutto, gli atteggiamenti moralistici, lo scandalismo, la falsità, il trasformismo, la violenza e l'opportunismo.
Prova a fare la somma di tutte le testate giornalistiche italiane e di tutti gli spazi di approfondimento....il mio 90% ha carattere forfettario, ma potrebbe anche essere di più. Ciò che è ridicolo è che vengono attribuite alla parte avversa, cioè a Berlusconi, tutta l'informazione che non aggredisce il Presidente del Consiglio, come Minzolini e Vespa ad esempio, ed anche quella istituzionale. Per quando riguarda quest'ultima ...sembra che sia istituzionale solo quando si riferisce alla sinistra...per il resto è solo berlusconiana. E' berlusconiana anche quando parla del processo Mills ad esempio...perché riguarda Berlusconi. Ci vuole una faccia così tosta!
La prossima volta ti voglio preparato con l'elenco delle trasmissioni e delle testate che attribuisci a Berlusconi (sic! ...plebiscitarie...ahahah!!) E poi dici che non è pregiudizio il tuo!
Buona giornata.

dario ha detto...

vito,
1-il sud è governato a livello locale da politici corrotti che appartengono ANCHE al pdl. Quindi trovo assurdo dare carta bianca alla lega dicendo che il sud deve darsi una svegliata, che i suoi politici sono cialtroni (sono il primo a dirlo!)e poi...candidare personaggi che fanno del clientelismo e degli affari loschi la loro ragione di vita.
2-La tv è il mezzo di comunicazione più potente. Mediaset è di berlusconi e oggi che è il capo del governo ha pure rai 1 e rai 2. Alla sinistra restano rai 3 e la7. A parte che io vorrei un servizio pubblico libero dalla politica, voglio sottolineare il fatto che essere di parte non significa solo parlar bene di una parte politica ma anche e soprattutto NON PARLARE.
Ma vuoi vedere che il fatto che berlusconi sia un magnate dei media se lo sono inventati i comunisti? Ma santo cielo, se neghi anche questo, se neghi anche l'innegabile di cosa si può parlare con te? Ma porca puttana, ma come fai a dire che berlusconi non controlla l'infomrazione televisiva in questo paese! Ma sei matto?
3-in politica occorre scegliere. Ebbene, io ideologicamente mi riconosco nella sinistra: ma come posso votare il pd se candida tipi alla bassolino e quindi si comportacome e peggio del pdl? Che faccio allora? Voto di protesta, punisco quelli che DOVREBBERO rappresentare le mie idee. Ma figurati se voto il pdl...mi basta considerare il conflitto di interessi di berlusconi....

dario ha detto...

...oppure l'allenza del pdl con la lega, partito che non solo esprime il peggio dei valori dell'estrema destra ma che auspica perfino la divisione della mia nazione...

dario ha detto...

ah dimenticavo: per me il punto di inizio per una politica seria è eliminare drasticamente gli sprechi politici. Ma sia nel pdl che nel pd di ciò non si parla minimamente quindi non posso votare né l'uno né l'altro. Infatti per non tagliare gli sprechi si tagliano i servizi, gli stipendi, le imprese affogano nei debiti ecc...e l'italia può ripartire solo a costo della famosa "macelleria sociale".
A proposito: napolitano volle dare il buon esempio tagliando 3 milioni su 300 milioni...ma vada a quel paese!Vada a prendere in giro quelli che come te credono in QUESTI UOMINI!