Al PD non va proprio giù l’abbattimento dell’IMU sulla prima casa. Ma se non
vogliono far cadere il governo prima del voto sulla decadenza di Berlusconi in
Senato, devono capitolare.
Non cambiano mai! Sempre la stessa ipocrisia dei vecchi
comunisti. Sempre contro il popolo e contro chi lavora ed è responsabile.
Alzano cortine di fumo e di bugie, come sempre.
Fassina dice, ad esempio, che non è giusto abbattere l’IMU
sulle prime case di lusso. Ma qualcuno gli dica che già da quando l’IMU si
chiamava ICI le case di lusso non sono mai state esentate dal pagamento
dell’imposta.
Il PD sostiene che non ci sono i soldi, ma i quattrini (3,9
miliardi di Euro) per coprire le falle del MPS e la cattiva e colposa gestione
dei suoi amministratori, nominati in gran parte dal PD, li hanno trovati.
Alla Provincia di Milano, Penati trovò anche circa 250
milioni di Euro per comprare un pacchetto di azioni della Serravalle che gli
potesse consentire il controllo della Società che gestiva l’autostrada
Milano-Genova, pagando le azioni per quasi il triplo del loro valore. Per farne
che cosa?
Sarebbe ora che il PD la smettesse di prendere in giro le
famiglie italiane.
Ci diano conto, invece, del saccheggio dell’Italia. Ci
dicano come mai i loro uomini, pur colti con le mani nel sacco, non pagano mai.
La “patrimoniale” (IMU) sulla prima casa colpisce le
famiglie ed è arrogante ed ingiusta. La pressione fiscale che si abbatte sugli
italiani è insopportabile.
Dicono dal PD che il debito cresce e che non ci sono i soldi
per finanziare gli interventi sociali.
Ebbene qualche suggerimento lo si può dare.
Il primo è: FINITELA DI SACCHEGGIARE E RUBARE!
Il secondo: I MAGISTRATI APRANO TUTTI E DUE GLI OCCHI E
SIANO IMPARZIALI!
Non basta? Ci hanno portati sull’orlo del baratro?
In Italia ci sono colossi economico-produttivi che godono di
privilegi fiscali perché sfruttano le agevolazioni delle cooperative, ma che
agiscono come aziende private avendo perso la caratteristica dell’interesse
cooperativo dei soci. Realizzano fatturati enormi su cui pagano imposte
agevolate e fanno concorrenza sleale a chi invece paga le tasse per intero. Si
intervenga facendo pagare le tasse a tutti, anche a chi utilizza espedienti per
non pagarle e per ricavarne risorse da usare in attività parallele alla
politica per canalizzare il consenso elettorale.
Si può iniziare a mettere un tetto invalicabile, con legge
costituzionale, agli stipendi di manager e di dirigenti pubblici. La giungla
retributiva italiana è come uno schiaffo ai bisogni di tanti lavoratori che non
ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.
Si può pensare di mettere un tetto alle pensioni dell’INPS.
Si verifichi anche che ci siano state le contribuzioni, come accade per tutti i
lavoratori italiani.
Sapere che ci siano pensionati che percepiscono 3.000 euro
al giorno non si può, infatti, ancora sentire!
Ed in tema di pensioni un’altra legge costituzionale che
vieti di percepire più di un trattamento di quiescenza e che abolisca i
contributi figurativi sarebbe da ola dalle Alpi al Canale di Sicilia.
Eliminare tutti i trattamenti di liquidazione ed i vitalizi
che contrastino con quelli dei normali lavoratori italiani, in tutti i consessi
elettivi delle rappresentanze democratiche locali e nazionali, sarebbe come
passare dalle dichiarazioni di intenti contro la casta ... ai fatti.
Eliminare i benefit a vita della alte cariche istituzionali,
come la messa a disposizione di uffici con personale, di macchine di servizio
con autista. Si elimini anche l’incarico di senatore a vita, utilizzato in gran
misura per ribaltare la volontà popolare. La politica non è un mestiere e gli
incarichi istituzionali sono un servizio che gratifica e dà onore, non una
professione con la sistemazione a vita.
Eliminare per tutti i dipendenti e per tutti gli
amministratori pubblici le doppie retribuzioni.
Eliminare i rimborsi elettorali ai partiti.
Tagliare tutte le spese di rappresentanza e tutti i fondi e
i contributi destinati a finanziare manifestazioni effimere.
Creare uno standard di spesa per i servizi pubblici e
uniformare allo standard tutte le amministrazioni che direttamente o
indirettamente forniscono i servizi.
Ridurre il personale dei ministeri, della pubblica
amministrazione e delle amministrazioni locali, uniformando il numero ad uno
standard tipico di efficienza.
Cambiare il sistema fiscale italiano in modo da incentivare
il rilascio degli scontrini, delle fatture e delle ricevute fiscali.
Sottrarre agli amministratori dei vari livelli politici le
nomine delle rappresentanze nei consigli di amministrazione di società
controllate (si può privatizzare o in mancanza la partecipazione pubblica
scenda al di sotto del 50% e si affidi a privati la gestione degli enti)
Ovviamente fare una politica rigida che miri ad eliminare
gli sprechi ed a realizzare economie di gestione.
Ecco il Governo ed il Parlamento facciano ciò che devono
fare, e che da tempo non fanno, e lascino in pace le famiglie italiane.
Vito Schepisi
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