(lettera aperta al Presidente Berlusconi)
Illustrissimo
Signor Presidente,
le
elezioni in Grecia hanno premiato il movimento che si è opposto con più
coerenza alle politiche del “male minore” su cui, invece, puntavano i moderati
di Nuova Democrazia.
Ritrovarsi
a difendere la “normalizzazione” voluta dai tecnocrati dell’Unione Europea non
solo non ha pagato, ma ha esposto il paese ellenico ad un periodo di grande
incertezza per il futuro della Grecia e dell’Europa.
La
vittoria di Syriza è arrivata da un voto trasversale di donne e uomini che
chiedevano coraggio, protesta e orgoglio.
C’è
uno spazio enorme in Italia che chiede altrettanto.
Lei
che fa? Lo lascia a Grillo e Salvini? Lo abbandona?
Il
Patto del Nazareno non va nella direzione della chiarezza e della volontà degli
elettori italiani.
La
stagione delle riforme non si può ridurre in patteggiamenti, scambi e promesse.
Non
crede che invece sia il caso di ritornare a parlare ed agire per la RIVOLUZIONE
LIBERALE in Italia?
Mentre
il Parlamento ancora discute sulla riforma elettorale, sono evidenti le
mancanze di scelte orientate all’interesse del Paese, che non possono essere le
risultanti degli interessi delle persone, dei partiti, degli equilibri di
potere e dei mille ricatti.
Lei
sa bene che c’è una Nazione che non si riconosce negli schemi dell’appartenenza
e che giudica gli uomini e le politiche dai comportamenti e dai fatti.
Questa
Italia non approva.
Non
ci sta.
Non
andrà mai al Nazareno.
Quella
d’avere un Presidente della Repubblica che sia meno indisposto verso il
centrodestra non è questione sufficiente. Non cambierebbe nulla e non sarebbe
affidabile.
Una
mezza figura è ancor peggio di una figura ostile.
In
un Paese in cui:
- la
Presidenza del Senato è affidata ad un magistrato eletto nel PD;
- la
Presidenza della Camera è affidata ad una signora orgogliosamente estremista e
presa dalle sue convinzioni ideologiche;
- la
Corte Costituzionale mostra cedimenti di parte, fino a paralizzare le attività
di maggioranze diverse da quelle in cui prevalgono le opzioni corporative e
politiche di chi ne ha determinato le nomine;
-
nel CSM prevalgono le correnti più politicizzate dei magistrati;
- la
Rai, anziché un servizio pubblico, è più un supporto politico nelle mani di
amministratori che la usano come strumento di orientamento;
-
una rete di interessi economici si srotola attraverso il sistema dei servizi
(nazionali e locali), con affidamenti di commesse e appalti a organismi che
uniscono privilegi fiscali a finanziamenti pubblici, generando speculazioni,
corruzione e infiltrazioni mafiose;
- la
burocrazia affossa le iniziative dei privati, mortifica i diritti dei
cittadini, assorbe risorse e blocca la ripresa economica;
-
c’è una casta che si è allargata all’interno dei partiti che blocca le riforme
e l’innovazione, creando ingiustizie, sperperi e interessi di parte;
- il
sistema fiscale assorbe i risparmi delle famiglie, penalizzando i consumi e la
crescita;
- la
vecchia immagine di sicurezza sociale di un bene (l'immobile) che si rivalutava
nel tempo, è stata sostituita dall’angoscia di chi ha visto deprezzare il
frutto dei sacrifici della propria famiglia, di chi non riesce più a vendere il
proprio bene e di chi deve sopportarne un grave peso fiscale;
- la
criminalità piccola e grande è sempre più spavalda e impunita, le città sono
insicure, la gente ha paura, l’immigrazione dilaga, si fa strada il pericolo
terrorismo, la violenza è costantemente dietro l’angolo;
- la
Giustizia è lenta, tortuosa, disattenta, faziosa, disinteressata, inadatta,
sbilanciata, bizantina e incomprensibile;
- il
44% dei giovani in Italia non trova lavoro, le imprese chiudono, la
disoccupazione è in aumento ed i redditi delle famiglie sono precari;
in
un siffatto Paese, occorre un grande impegno politico per ricreare già dalle
Istituzioni, ad iniziare dalla carica più alta dello Stato, il senso della
fiducia e della volontà di cambiamento.
Lei
Presidente deve farsi portavoce di chi vorrebbe un Garante che sia espressione
di tutto il Paese e che nel contempo sia un esempio di rettitudine e
competenza.
Non
ci serve un Presidente al ribasso che sia il frutto di compromessi e di
“contabilità politiche” sulle spalle del Popolo Italiano.
Agli
italiani servirebbe un uomo libero. Autenticamente libero.
Un
uomo capace di avere voce in Italia, in Europa e nel Mondo, per ritornare a
rilanciare l’ingegno, la qualità, l’arte e la cultura e tutto ciò che ha fatto
grande l’Italia in passato.
Lei
Presidente deve chiedere e proporre una figura di prestigio che sia espressione
dell’Italia liberale e che sia in grado di far riaprire il dialogo tra i
diversi sentimenti politici del Paese, senza pregiudizi e senza accordi al
ribasso.
Lasci
perdere Renzi con le sue promesse e le sue chiacchiere.
Ha
40 anni l'attuale leader PD, ma è già un vecchio arnese della partitocrazia con
sulle spalle tutte le contraddizioni di un partito strutturato come una rete di
affari.
E
non c’è niente di peggio di un giovane già da rottamare.
Vito
Schepisi
PS: Signor Presidente, Le ricordo che i
numeri dei "grandi elettori" che voteranno per il nuovo Presidente
della Repubblica non sono "legittimi" e non corrispondono alla
rappresentanza degli elettori italiani.
La
Consulta, infatti, ha stabilito l'incostituzionalità della Legge Elettorale che
ha attribuito il premio di maggioranza (in questo caso più del 25% in più) alla
coalizione PD-SEL che aveva appena ricevuto meno del 30% dei consensi
elettorali, e per di più con un’alta astensione.
Esca,
pertanto, dal mazzo del conformismo e dichiari apertamente che:
senza un Presidente di alto profilo e di grande
equilibrio, disconosce da subito un Presidente di parte. Chiunque esso sia.